Sciopero generale della scuola a Roma il 30 maggio: manifestazione e disagi per trasporti e traffico
Prevista un’altissima adesione per lo sciopero nazionale della scuola di lunedì 30 maggio 2022 e a Roma è prevista una manifestazione a cui parteciperanno docenti, dirigenti e personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) da tutta Italia.
Lo sciopero è stato indetto da quasi tutte le sigle sindacali e a scendere in piazza saranno Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. Si prevede l’arrivo di centinaia di bus da molte città italiane a partire dalla mattina e naturalmente molte scuole resteranno chiuse, con lezioni a rischio per gli studenti.
Non solo a Roma, ovviamente, perché le lezioni saranno a rischio in tutto il paese.
La manifestazione in Piazza Santi Apostoli
A Roma il fulcro della manifestazione è Piazza Santi Apostoli a partire dalle ore 10.00. Come detto, saranno centinaia gli autobus che arriveranno da tutta Italia con docenti, dirigenti e personale Ata.
Una delegazione di rappresentanti della scuola avrebbe voluto manifestare anche sotto il Parlamento, ma la Questura non ha concesso l’autorizzazione rifacendosi ad una direttiva adottata dopo l’assalto alla Cgil del 9 ottobre 2021.
Questo divieto è stato considerato, dai sindacati, una limitazione del diritto di manifestare tanto che il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni l’ha definita una “scelta burocraticamente ottusa“.
Trasporti e traffico a Roma
Considerata la presenza di migliaia di persone a Roma per lo sciopero, potrebbero esserci disagi per i mezzi di trasporto, soprattutto quelli di superficie.
Bus e tram potrebbero avere difficoltà e rallentare il proprio servizio oppure deviare qualche percorso, mentre il traffico potrebbe essere più caotico e lento.
Le motivazioni dello sciopero
I sindacati hanno chiamato a raccolta docenti, dirigenti e personale Ata per scendere in piazza in massa per protestare contro la riforma del reclutamento e della formazione iniziale che si trova nel decreto-legge 36. È in fase di conversione nel Parlamento e non trova d’accordo il mondo della scuola.
Si protesta anche per ottenere il rinnovo del contratto di categoria, che da oltre 3 anni non si rinnova, infatti gli stipendi sono bloccati al 2018 e peggiorati dall’inflazione che cresce sempre più anche a causa della guerra in Ucraina ed al momento va verso il 5,5-6%.
Inoltre, svuole la tutela dei precari storici che secondo il decreto legge non verrebbero tutelati adeguatamente.
Ci sono anche delle voci contrarie, cioè quelle del sindacato Anp dei presidi. Cristina Costarelli di Anp Lazio dichiara che a stabilizzare i precarti, ma non si valutano i diritti degli alunni ad avere insegnati più preparati e competenti. Si parla solo di distribuzione di soldi, ma non di merito e differenziazioni, tralasciando l’efficienza.
Fonte foto: LaPresse