Ponte Sant’Angelo
Il Ponte Sant’Angelo è anche conosciuto come Ponte Elio, Ponte di Adriano o semplicemente come Ponte di Castello. La struttura è molto importante per quanto riguarda la storia del nostro Paese e collega la piazza di Ponte Sant’Angelo a Roma, al lungotevere Vaticano e a tutti i borghi e rioni della città. Vediamo qualche informazioni più specifica.
Storia
Il Ponte è molto antico e risale infatti, all’epoca romana. Più precisamente fu costruito dall’imperatore Adriano nel 134 il cui progetto era ad opera di un certo Demetriano. L’obiettivo era quello di collegare il mausoleo con la riva sinistra. Nell’estate del 472 il Ponte fu impiegato per attaccare la parte orientale della città da parte di alcune truppe gotiche. Quella zona, in quel tempo, era difesa da Antemio, un imperatore romano.
Durante il Medioevo invece, lo stesso Ponte veniva impiegato dai pellegrini che volevano raggiungere la Basilica di San Pietro. Fu nel VI Secolo che prese il nome attuale, ossia Ponte Sant’Angelo, per volere di Papa Gregorio Magno. Il 1450 fu un anno molto importante e drammatico per la zona, poiché alcune delle balaustre cedettero per il numero elevato di pellegrini e fece numerose vittime, 172 persone per la precisione.
Gli anni successivi furono impiegati per trovare delle soluzioni idonee per il deflusso dei pellegrini affinché non ci fossero ulteriori problemi. Nel 1535 il Papa in carica, Clemente VII, fece porre all’ingresso del ponte due statue molto importanti: quella che raffigurava San Pietro e l’altra con il volto di San Paolo. Solamente in seguito vennero collocate le altre quattro statue che rappresentano gli evangelisti: Noè, Adamo, Mosè e Abramo.
Arriviamo poi al 1669 quando Papa Clemente IX decise di far aggiungere un nuovo parapetto, ideato e disegnato dal Bernini, sul quale furono collocate altre dieci statue che rappresentavano gli angeli della Passione. Queste furono realizzate dagli allievi dello stesso Bernini che ne dirigeva anche i lavori.
Caratteristiche architettoniche
Il Ponte trae le sue origini dall’epoca romana e non lo sappiamo solo attraverso la storia, ma anche all’architettura della struttura stessa. Infatti, a darci il primo elemento di riconoscimento sono le arcate inferiori, poiché sono le uniche che rappresentano lo stile di quel tempo. Nella parte superiore invece spiccano gli elementi del Barocco romano.
I parapetti vennero ricostruiti solamente nel 1668 e da qui possiamo notare le influenze di Gian Lorenzo Bernini, grande scultore del tempo. Lo stesso discorso lo possiamo fare anche per le dieci statue che rappresentano gli angeli e commissionati da Papa Clemente IX perché voleva che ci fosse una rappresentazione della Passione di Cristo.
Due degli angeli, quello con la corona di spine e quello con il cartiglio, erano stati scolpiti dalla mano del Bernini, ma in quel tempo vennero considerati troppo preziosi per esporli alle intemperie e si decise di sostituirli con due copie realizzate dai suoi allievi. Le statue originali si possono osservare oggi all’interno della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.
Dove ora troviamo le statue di San Pietro e San Paolo inizialmente vi erano due torrioni che vennero abbattuti per far spazio alle raffigurazioni. Nel corso degli anni ci furono diverse opere di ristrutturazione ed è nel 1882 che il Ponte assunse la fattezza odierna.
Arte e cultura
Come abbiamo detto in precedenza sul Ponte sono presente diverse statue e ognuna delle quali ha un’importanza storica e culturale. Al principio del ponte troviamo San Pietro, che tiene in mano le chiavi del cielo, mentre San Paolo afferra una spada. Nella storia questi due santi vengono rappresentati con tali simboli. Altra storia è quella che riguarda le dieci statue che rappresentano gli angeli.
Il committente aveva avuto l’idea di rappresentare la Passione di Cristo e tutte le incisioni che si trovano alla base di esse sono citazioni prese dall’Antico Testamento. Le uniche due eccezioni sono le citazioni sotto l’angelo con la tunica, la cui frase è tratta dal vangelo di Matteo, e l’angelo con i chiodi, la cui citazione è dal Vexilla Regis.
Papa Clemente IX fu il committente delle opere e furono gli allievi del Bernini a realizzarle. I lavori vennero terminati nel 1970, anno in cui gli angeli trovano la loro collocazione definitiva.
I primi due angeli raffigurano gli strumenti utilizzati dai soldati per flagellare Gesù dopo il processo in cui Ponzio Pilato lo condanna a morte. La terza statua è rappresentata con la corona di spine con cui si indica il momento in cui gliela misero in testa dopo la flagellazione. Il quarto invece tiene in mano un velo perché la leggenda racconta di una donna di nome Veronica che utilizzò un panno per pulirgli la faccia dal sangue.
Passiamo poi alla prossima coppia di angeli che tengono per le mani i chiodi. Come sappiamo essi vengono utilizzati per crocifiggerlo alla croce. La quarta coppia di angeli ci mostrano la croce in cui venne posto Gesù e dove si trova la scritta Inri, che ha sempre indicato la condanna a morte.
La quinta e ultima coppia raffigura la spugna che venne imbevuta nell’aceto per dargli da bere e la lancia con cui lo trafissero per essere certi dell’avvenuta morte. Un particolare da notare è che sotto i piedi di ogni angelo è scolpita una nuvola e dietro a questa scelta c’è un motivo ben preciso.
Gli angeli sono stati posizionati volutamente più in alto rispetto ai passanti affinché questi ultimi, alzando la testa verso la statua, appaiano proprio in cielo sorretti da una nuvola. Troviamo infine una delle statue considerate tra le più importanti, ossia quella dell’Arcangelo Michele.
Secondo alcune interpretazioni, l’angelo arriva suonando la tromba e indicando la venuta di Cristo. La statua appare in quella posizione nel 600 d.C per volere di Papa Gregorio Magno. Questo affermò di aver avuto una visione dell’angelo che riponeva la spada nel fodero. La sua apparizione venne interpretata come l’accoglimento delle preghiere per la fine della pestilenza.
Originariamente la statua era in legno, ma chiaramente con il tempo fu distrutta diverse volte. Quella che si può vedere oggi è la sesta versione e risale al 1753.
Come arrivare
Come abbiamo detto in principio, il Ponte Sant’Angelo si trova vicino al Castel Sant’Angelo e funge da collegamento al lungotevere Vaticano ai borghi e rioni della città. Raggiungere la destinazione è molto facile.
In autobus
Castel Sant’Angelo è raggiungibile attraverso gli autobus 23, 271, 280, 62 e 982 e la destinazione è Piazza Pia, ossia la fermata più vicina al castello. Una volta scesi, ci vorranno solo 5 minuti a piedi per raggiungere il sito.
In treno
Indipendentemente dalla provenienza, è probabile che si giunga in Stazione Roma Termini, ossia quella principale. A questo punto bisognerà effettuare un cambio in direzione Roma San Pietro e una volta giunti a destinazione, Castel Sant’Angelo si trova a soli 20 minuti a piedi.
In metropolitana
La linea della metropolitana che conduce a Castel Sant’Angelo è la Linea A. Le fermate possibili sono due: Lepanto o Ottaviano. In entrambi i casi a piedi rimarranno solamente una quindicina di minuti.
Parcheggi disponibili
Arrivando in macchina con l’aiuto del navigatore, non riuscirete a parcheggiare proprio vicino al Castello poiché non è provvisto di parcheggio. Ci sarà l’opportunità di trovarne a pagamento nelle zone limitrofe.
Fonte foto: icastelli