Ghetto ebraico

Fonte foto: civitavecchia portmobility

Il Ghetto Ebraico di Roma ha origini molto antiche ed è il secondo dopo quello di Venezia. Infatti, rispetto a quello veneziano nasce solamente 40 anni dopo e il suo nome deriva da “gheto”, la cotrada veneziana. Questo quartiere era popolato dagli ebrei, costretti a vivere divisi dal resto della popolazione.  

Storia  

Per capire le origini del Ghetto ebraico dobbiamo fare un salto nel Cinquecento quando, precisamente nel 1555, Papa Paolo IV tramite una bolla revocò ogni diritto concesso agli ebrei, obbligandoli a vivere nel ghetto lontano da tutti. Il ghetto si trovava nel rione Sant’Angelo perché proprio questa zona era abitata prevalentemente dagli ebrei.  

Tale comunità non era costretta solamente a risiedere nel ghetto, ma gli abitanti dovevano essere sempre riconoscibili attraverso un berretto per gli uomini e un altro segno per le donne di colore glauco. La bolla prevedeva anche altri obblighi tra cui il divieto di commerciare se non abiti usati e stracci, ma anche quello di possedere beni immobili.  

Inizialmente, il ghetto era dotato solamente di due porte che venivano aperte all’alba e chiuse al tramonto. Diventarono poi tre, cinque e infine otto considerato l’aumento della popolazione. Nel 1572 Papa Gregorio XIII impose agli ebrei di frequentare ogni sabato delle prediche affinché potessero convertirsi al cattolicesimo. Nonostante questo, i risultati non furono quelli sperati. Questo obbligo venne revocato nel 1848 da Pio IX.  

L’anno successivo con la proclamazione della Repubblica Romana gli ebrei vennero emancipati in quanto la segregazione venne abolita. Tuttavia, quando la Repubblica cadde gli ebrei furono costretti a ritornare alla condizione di vita nel ghetto. Quando il potere temporale dei papi terminò, gli ebrei poterono godere delle stesse condizioni dei cittadini italiani.  

La data del 16 ottobre del 1943 è molto importante in quanto ci furono numerosi cambiamenti per gli ebrei. Infatti, i nazisti fecero una retata nel ghetto ebraico dove catturarono più di mille persone. I prigionieri vennero condotti nel Collegio Militare, poi trasferiti alla stazione ferroviaria della Triburtina e il 18 ottobre il convoglio partì in direzione campo di concentramento di Auschwitz, dove terminò la corsa il 22 di ottobre.  

Furono 1023 persone a subire queste sorti di cui ne sopravvissero solamente 16, solo una era una donna. Nessun bambino venne risparmiato.  

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Il ghetto ai giorni nostri  

Il Ghetto Ebraico come appare oggi è molto più esteso rispetto al passato e il cambiamento si ebbe nel 1875 quando si decise di radere al suolo l’intera zona e crearne una nuova divisa in quattro isolati.  

Gli ebrei da quel momento presero residenza anche in altre zone della città, ma nel ghetto rimangono pur sempre i punti di riferimento per l’intera popolazione ebraica.  

Il ghetto come protagonista di prodotti cinematografici  

Il Ghetto Ebraico di Roma è stato impiegato come set per diversi film cinematografici e tra le altre cose sono anche molto conosciuti. Tra di essi troviamo I tartassati di Steno del 1959, L’oro di Roma di Carlo Lizzani del 1961, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri del 1970 e La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek del 2003.  

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Il museo ebraico  

Il Museo Ebraico di Roma si trova all’interno del Tempio Maggiore, precisamente nei sotterranei. Grazie al percorso è possibile rivivere ogni fase della popolazione ebraica dal II secolo, ossia dai primi insediamenti. Gli ebrei sono una comunità che vive a Roma da 2200 anni e questo la rende la popolazione più antica al di fuori della Terra d’Israele.  

Le opere che si possono ammirare nel museo risalgono principalmente al 1550, periodo del Ghetto, e provenienti principalmente dalle Sinagoghe. Grazie alle testimonianze custodite nel museo possiamo comprendere come la popolazione ebraica sia riuscita ad integrarsi in città pur mantenendo, e mai dimenticandosi, la propria origine e identità.  

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Cosa vedere nel Ghetto 

Il Ghetto di Roma è una delle mete turistiche più apprezzate anche perché grazie ad esso siamo in grado di ampliare il nostro bagaglio storico e culturale del nostro Paese. Innanzitutto, la Sinagoga è ciò che viene maggiormente apprezzata anche perché non è solo visitabile, ma è anche il luogo di culto della popolazione ebraica. Stiamo parlando di un vero e proprio punto di riferimento.  

Chiamata anche Tempio Maggiore, la Sinagoga ha dei sotterranei all’interno dei quali si trova il museo ebraico e un tempio più piccolo spagnolo. Troviamo anche il Portico d’Ottavia che risale al II secolo a.C. ed è considerato uno dei principali monumenti del quartiere. Durante il periodo del Medioevo, sulle rovine dello stesso portico venne istituito un mercato del pesce e una piccola chiesetta.  

Da questo portico possiamo accedere direttamente al Teatro Marcello o anche conosciuto come il Piccolo Colosseo. La differenza più evidente è la dimensione nettamente inferiore a quello originario e per la forma semicircolare. Il Colosseo ha infatti una struttura più tonda come la maggior parte degli anfiteatri.  

La fontana delle Tartarughe è quella che viene ritenuta la chicca del Ghetto. Venne costruita a fine del XVI secolo quasi per gioco, o meglio per sfida. A commissionarla fu il Duca Mattei che ne chiese la realizzazione in un solo giorno e la fece emergere proprio davanti alle finestre del papà della sua amata, come simbolo di importanza nei confronti dell’uomo.  

Fu poi Bernini, nel 1658, ad abbellirla con le tartarughe.  

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Informazioni utili  

Il Ghetto ebraico è sicuramente una delle attrazioni maggiori dei turisti e di seguito troverete tutte le informazioni utili.  

Come arrivare

Scendendo alla Stazione ferroviaria Roma Termini bisogna raggiungere la fermata degli autobus e prendere la linea 70. Scendere a Largo Torre Argentina e proseguire a piedi per circa 10 minuti.  

Orari del museo  

Il Museo Ebraico è aperto 7 giorni su 7 e segue i seguenti orari:  

Dalla domenica a giovedì: dalle ore 10.00 alle ore 17.00 

Venerdì: dalle ore 9.00 alle 14.00 

Dalla domenica a giovedì: dalle ore 10.00 alle ore 18.00  

Venerdì: dalle ore 10.00 alle 16.00 

Il museo ebraico rimarrà chiuso di Sabato e durante le feste ebraiche.

Prezzi del museo  

Dove mangiare  

All’interno del Ghetto si trovano diversi locali molto interessanti per andare a deliziare qualche prelibatezza del posto. La cucina ebraica segue la filosofia del Kosher, che si traduce in una serie di regole nutrizionali seguite dagli ebrei osservanti. Infatti, il termine se tradotto significa consentito.  

Ogni locale propone il brodo di pesce, ma anche carciofi cucinati alla giudia (disponibili solo nel mese di marzo), pesce ripieno e filetti di baccalà. Camminando per il Ghetto noterete molti ristorantini che propongono piatti tipici della comunità ebraica, ma quelli più gettonati sono Sora Margherita, Giggetto al Portico d’Ottavia, Nonna Betta e Taverna del Ghetto.  

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